Una grande scommessa per la progettazione dei giardini in fase di cambiamenti climatici e al fine di perseguire sostenibilità ambientale e risparmio energetico è quella di realizzare spazi che necessitano del minimo apporto d’acqua. Ciò è possibile grazie ad un’accurata progettazione e scegliendo le piante giuste: esiste oramai una tendenza tra accorti vivaisti e paesaggisti a selezionare piante che hanno sviluppato strategie di resistenza alla siccità, perché provenienti da ambienti aridi e soggetti a precipitazioni diluite nel corso dell’anno. Alcune di queste piante sono quelle spontanee del bacino del Mediterraneo, sicure alleate nella progettazione dei giardini, e altre provengono da fasce climatiche simili a quelle mediterranee, come California, Sudafrica e Australia. La tendenza del nostro lavoro di progettazione è quella di mettere a dimora piante adattabili al contesto paesaggistico e climatico, con qualche inserimento più esotico per assicurare maggiori fioriture durante l’estate; in questo modo è possibile avere giardini molto fioriti durante tutta la bella stagione concentrando le esigenze di irrigazione maggiore solo alle piante che necessitano di più acqua.La soluzione migliore per mettere a dimora le piante in modo che sviluppino in profondità l’apparato radicale in preparazione alla siccità estiva, è di mettere a dimora i giardini “secchi” in autunno, quando l’abbondanza di pioggia permette alle piante di accrescere le radici in tutta comodità, rendendole maggiormente autosufficienti prima dell’estate; in ogni caso nei primi due anni è necessario irrigare un po’i giardini secchi in estate, fino d uno sviluppo delle piante tale da far sì che “camminino da sole”.